Forse le storie che riescono meglio ad Andrea Vitali sono quelle più lontane nel tempo, ambientate nel dopoguerra o durante il ventennio fascista. Storie che racchiudono spesso metafore utili per spiegare il mondo contemporaneo. Bellano è diventato negli anni, per i lettori affezionati del medico lombardo, un microcosmo, un terreno di coltura dei più svariati sentimenti, lo scenario ideale per una serie di personaggi riproducibili ad ogni latitudine. Non è un caso che la temperie umana descritta da Vitali si ritrovi spesso alle prese con tribolazioni perlopiù vane, in attesa di eventi improbabili o legata al filo di speranze malriposte. Pettegolezzi, superstizioni, lunghe catene di equivoci compongono la commedia quotidiana dei suoi famosi romanzi corali, da Olive comprese, a Il segreto di Ortelia, fino agli ultimi racconti di successo come Il meccanico Landru.
Questa volta il racconto si avvicina pericolosamente al giorno d’oggi, quasi alle soglie della modernità e davanti a quello che per tanti versi della modernità è il simbolo: il cinema. Siamo nel 1973 e il paese si prepara ad accogliere un evento capace di portare scompiglio. Il prevosto, il coadiutore, le suore dell’asilo e dell’ospedale, le parrocchiane – una in particolare – e i parrocchiani, si sono già ampiamente espressi: il film che il Geppi ha in mente di proiettare alla Casa del Popolo è “inaccettabile”. Si tratta di “Ultimo tango a Parigi”, il capolavoro di Bernardo Bertolucci con Marlon Brando, Maria Schneider e una famosa scena di nudo censurata immediatamente.
Per la vecchia Benvenuta non ci sono dubbi, quello non è un film che possa vedere il suo figliolo Alfredo, anche se la sua fidanzata, Adelaide, gli fa pressioni crescenti. Ma la giovane operaia del cotonificio non vuole assolutamente perdersi l’occasione di vedere di persona le nuove frontiere del costume: se per dar retta a sua madre Alfredo non la accompagnerà al cinema, si farà sicuramente accompagnare dall’Ernesto. È un guizzo, un sogno d’amore, una follia, a guidare la volitiva ragazza nei suoi primi passi verso l’emancipazione. Sarà meglio sposare Alfredo e scegliere la sicurezza, la tranquillità, la vita senza scossoni? Oppure sarebbe meglio buttarsi nel turbine della passione con Ernesto, l’attore, l’istrione, il bello e maledetto?... Fosse anche soltanto per un “Ultimo tango”? Sarà colpa del film, o forse del destino, ma a un certo punto Adelaide non avrà più tempo da perdere: dovrà prendere una decisione.
Anche questa volta Andrea Vitali alterna le vicende sentimentali dei cittadini di Bellano con una divertente e blanda indagine dei Carabinieri del luogo, ma la parte del libro dedicata all’intrigo è architettata ad arte per aumentare la curiosità senza cadere nei cliché del genere poliziesco. Quello che importa in queste pagine non è la ricerca del colpevole, ma più che altro, come sempre nell’universo dell’autore, quel lungo e tortuoso processo che in un piccolo Paese come il nostro porta alla formazione della colpevolezza.
|
Letto |
SI (17/11/2014) |
Collocazione |
Calibre |
Proprietario |
Zabot, Marco |
|
Inizio Lettura |
16/11/2014 |
Fine Lettura |
17/11/2014 |
Collocazione Mia |
Calibre |
Da leggere |
No |
Consultazione |
No |
Num. Volte letto |
1 |
|
Condivisdo pienamente:
Forse le storie che riescono meglio ad Andrea Vitali sono quelle più lontane nel tempo, ambientate nel dopoguerra o durante il ventennio fascista